Portierato e vigilanza non armata sono spesso due attività complementari, ma non per questo possono essere considerate esattamente la stessa cosa.
La vigilanza non armata concerne la sfera della sicurezza privata per la difesa delle persone, delle cose e dei beni pubblici/privati; il servizio di portierato, invece, concerne il controllo di un edificio o di una determinata area al fine di prevenire e/o contrastare fenomeni di danneggiamento o furto.
Le differenze tra le due figure sono quindi consistenti, ma non sono sempre così chiare ed evidenti, ragion per cui esiste ancora tanta confusione. Qual è lo scopo della vigilanza non armata? Quali sono le differenze con il portierato? Scopriamo di più in questo articolo.
Vigilanza non armata: cosa fa esattamente
La vigilanza non armata, come suggerisce il nome stesso, è un’attività di sorveglianza che non prevede l’utilizzo di armi per la difesa individuale. Proprio per questo motivo viene anche definita come “vigilanza passiva”; la guardia incaricata non è armata, non è addestrata per utilizzare armi e non ha il diritto-dovere di poterle usare.
Questo genere di attività è communente richiesta da negozi, uffici e aziende che hanno bisogno di un servizio di vigilanza e controllo operando in settori particolarmente affollati e potenzialmente a rischio. La vigilanza non armata agisce, quindi, come deterrente contro danni, furti o azioni vandaliche di qualsiasi genere che possono arrecare ingenti danni agli edifici o alle attività ivi ospitate.
Vigilanza non armata: cosa fa esattamente
Una guardia non armata, dunque, deve verificare che nessun soggetto entri in aree non autorizzate, previa specifica autorizzazione, appunto, ma deve anche ispezionare i parcheggi, le aree interne e nel caso di situazioni di pericolo avvertire immediatamente le forze dell’ordine.
Spesso si tende a considerare il vigilante non armato come meno “efficace” rispetto ad una medesima figura armata. In realtà la funzione della vigilanza armata è quella di dissuadere e prevenire eventuali comportamenti dolosi, ed è la presenza stessa della figura incaricata a esercitare questo “potere”, non l’arma!
Portierato o vigilanza: cosa dicono le norme
La differenza tra vigilanza non armata e portierato è una questione dibattuta da tempo; gli stessi fruitori di questi servizi trovano difficoltà a individuare la soluzione più adatta alle loro esigenze. Per sgombrare il campo da qualsiasi incertezza, è utile ricorrere alle definizioni normative; I compiti e limiti del portierato sono, infatti, definiti dalla normativa di riferimento definita dall’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) all’interno della Determinazione n. 9 del 22/07/2015:
“Mentre la vigilanza privata si caratterizza per l’esercizio di poteri di intervento diretto per la difesa dell’immobile, il servizio di portierato o di guardiania non implica un obbligo di difesa attiva degli immobili, ma una normale tutela della proprietà privata e della funzionalità di aziende o complessi operativi (es. registrazione dei visitatori, controllo ed ispezione degli accessi; regolazione dell’afflusso delle vetture ai parcheggi; monitoraggio dell’impianto di allarme antintrusione e nell’obbligo, in caso di allarme, di darne immediata notizia al servizio tecnico ed ai soggetti individuati dal proprietario dell’immobile o dall’amministrazione per i necessari interventi; etc.).”
Stando a quanto previsto dalla normativa in merito ai servizi di vigilanza non armata, gli interventi di difesa e tutela attiva del patrimonio possono essere legittimi solo se espressamente autorizzati dal prefetto. Per tale ragione il vigilante non armato non è autorizzato in alcun modo a intervenire direttamente nella tutela e difesa dei beni mobili e immobili stessi.
Tornando alle differenze con il servizio di portierato, quindi, quest’ultimo rientra pur sempre nell’ambito della vigilanza non armata, ma si differenzia per la tipologia di mansioni e servizi resi. Al portiere di un edificio, infatti, può essere richiesto di occuparsi di piccoli interventi di manutenzione che non richiedono un una professionalità specifica, di occuparsi della pulizia dei locali comuni, delle scale, delle terrazze o del vano ascensore, oppure effettuare mansioni di centralino. Resta in capo al portiere anche il dovere di vigilare su tutte le aree coperte dal servizio, ma in caso di emergenza è tenuto ad avvisare immediatamente le forze dell’ordine non potendo intervenire direttamente in maniera attiva.
Sorveglianza non armata: dove è applicata?
I settori in cui viene maggiormente richiesta la vigilanza non armata sono quelli commerciali e residenziali, quali negozi, uffici e condomini. Tuttavia, la vigilanza non armata trova applicazione anche in altri contesti:
- Controllo di infrastrutture.
- Vigilanza di specifiche aree interne o esterne agli edifici commerciali.
- Custodia delle chiavi.
- Sicurezza in luogo di grandi eventi.
- Sicurezza in luogo di manifestazioni, fiere e convegni.
- Vigilanza nei locali notturni.
- Vigilanza nei cantieri.
In tutti questi contesti il servizio di vigilanza non armato può essere utilizzato anche per controllare e regolare l’accesso alle sale o agli spazi di un edificio, registrare i visitatori, sorvegliare ingressi e uscite.
Più frequentemente, il servizio di vigilanza non armata in uffici, condomini o sedi aziendali viene utilizzato per controllare e regolare l’accesso alle sale o ai piani dello stabile, registrare i visitatori, sorvegliare le entrate secondarie, fornire un servizio di receptionist, sorveglianza del materiale, registrazione addetti e mezzi di lavoro.
In alcuni contesti ai vigilanti non armati può essere richiesta anche una specifica formazione in materia antincendio, primo soccorso e pronto intervento per riuscire a offrire un servizio di pronto intervento in caso di emergenza.
In tutti gli altri casi di pericolo, il vigilante è tenuto a segnalare la minaccia alle autorità competenti, non potendo intervenire in prima persona.